iRS interviene a Barcellona alla Diada de Catalunya.

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iRS ha partecipato ufficialmente alla Diada de Catalunya che si è svolta l’11 Settembre a Barcellona. La festa nazionale catalana coincide quest’anno con l’avvio della campagna per le cruciali elezioni regionali del 27 settembre e se gli indipendentisti avranno la maggioranza assoluta (come dicono i sondaggi) nel nuovo parlamento di Barcellona, Artur Mas ha promesso che darà il via alla dichiarazione di indipendenza dalla Spagna nonostante la durissima opposizione del premier spagnolo Mariano Rajoy, che minaccia di commissariare la Catalogna. Anche quest’anno la Diada è stata un plebiscito per l’indipendenza con due milioni di persone che hanno occupato 5,3km della Meridiana che è stata ribattezzata “Via Llure” ovvero “Via Libera”. 

La delegazione di iRS formata da Simone Maulu e Fabrizio Macciocu ha incontrato diversi rappresentati politici e istituzionali del Governo Catalano. Il 10 Settembre si è svolto un incontro internazionale organizzato da Esquerres per la Independència al quale hanno partecipato rappresentati della Sinistra Europea che sostiene l’indipendenza della Catalunya. Nikolaj Villumsen, deputata de l’Aliança Roja-Verda al Parlamento danese, Bodil Valero, eurodeputata di l’Aliança Lliure Europea pel Partito Verde svedese,  Paul Maskey, número 2 dello Sinn Féin e diputato al Parlamento Britànico per Irlanda del Nord, Natalie McGarry, rappresentante dello Scottish Nacional Party e deputata alla camera del Regno Unito. Nell’incontro si è delineata una nuova Sinistra Europea, progressista e indipendentista che si pone totalmente in antitesi rispetto alla sinistra conservatrice che in Scozia si è praticamente estinta. 
Molto interessante anche l’incontro con Amina Hussein, rappresentante Kurda dello YPJ, il movimento indipendentista Kurdo che ha formato l’esercito delle donne che hanno liberato la città di Kobane.
La mattina dell’11 Settembre si è svolto il tradizionale atto al Fossar de les Moreres (Il cimitero dei Gelsi) che è un luogo emblematico e molto amato dai Catalani. In origine era il camposanto della Basilica di Santa Maria del Mar, creato nel XII secolo ma fu poi utilizzato per sotterrare i caduti  Catalani durante l’assedio borbonico del 1714. Ogni anno in questa piazza si svolge una delle principali commemorazioni alla quale partecipano migliaia di persone. Nella piazza viene allestito un palco dal quale intervengono doversi esponenti politici della Catalunya e le delegazioni internazionali.
La Sardegna è stata rappresentata da Simone Maulu (iRS) che ha portato i saluti e il sostegno delle donne e degli uomini di Sardegna. (VIDEO
“Oggi noi guardiamo con molta attenzione quello che sta succedendo in Catalunya, che dimostra sempre più come in Europa esistano grossissimi problemi di democrazia. Noi non ci riconosciamo in questa Europa, che accentra i poteri sugli stati centralisti e che non rispetta le esigenze delle popolazioni che la compongono. Un’Europa che non tiene conto delle esigenze dei territori e che, in nome di un capitalismo sfrenato e un liberismo suicida, ci mette in balia delle banche, delle multinazionali e del fondo monetario internazionale che vogliono impadronirsi della nostra vita. Noi facciamo parte di quella grossa fetta di popolazione europea, che oggi di fatto è la maggioranza, che non si riconosce in questa Europa.
Noi vogliamo costruire una nuova Europa dei Popoli fondata sulla collaborazione, sul rispetto delle diversità, sulla giustizia sociale, con una distribuzione equa della ricchezza, che porti alla riconquista della dignità per le persone e per i popoli. Un’Europa fatta di possibilità differenti dove la diversità è considerata una ricchezza e non un male da eliminare.
I rappresentati della sinistra conservatrice non vogliono che questo avvenga, perché sono impegnati a difendere i loro pezzi di potere e pensano solo all’arricchimento personale e alle clientele politiche, e non vogliono rispondere ai cittadini, perchè rispondono ai governi centrali che gli danno ordini. Ma la sinistra conservatrice e liberista, che di sinistra non ha più niente, è morta.
Perché oggi ha vinto un’altra sinistra: la sinistra indipendentista, sovranista, che nasce dal territorio e non dai vertici di partito, e che considera la terra un bene collettivo e non una merce da mettere sul mercato. Abbiamo visto che fine hanno fatto i laburisti in Scozia: sono stati spazzati via dallo Scottish National Party. Vediamo cosa sta succedendo in Catalunya, dove gli indipendentisti egemonizzano culturalmente e politicamente il governo Catalano. Oggi la partola indipendenza non è più una bestemmia ma è un ipotesi sempre più reale. Nei Paesi Baschi, in Corsica e in Kurdistan, gli indipendentisti stanno determinando le scelte di governo. E anche il PD in Sardegna dovrebbe iniziare a mettersi grossissimi problemi.
Oggi c’è un cambio di atteggiamento, noi non vogliamo più chiedere niente a nessuno, né a Madrid, né a Roma; vogliamo semplicemente essere protagonisti liberi del nostro futuro. Noi non vogliamo essere comandati da nessuno.
Oggi abbiamo bisogno di sensibilità umana e di collaborazione, non abbiamo bisogno della tolleranza di uno stato superiore a noi. Dobbiamo rispettarci nelle diversità. L’indipendenza, per noi, vuol dire creare e sperimentare una nuova possibilità di vita basata su principi umani e non su principi prettamente economici.
Vogliamo collaborare con dignità e con fierezza con le altre nazioni del mondo da nazione libera, aperta, inclusiva e ben lontana dalle politiche razziste e fasciste. Perché siamo fortemente convinti che le persone non nascano per essere sottomesse, le persone vengono al mondo per essere libere e felici”.
 
VIDEO DELL’INTERVENTO : https://youtu.be/cmVmKbpZGP4
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