Non sprechiamo il futuro

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L’Assemblea Nazionale francese è in procinto di votare una legge chiamata “Loi Macron” grazie alla quale vieterà ai supermercati superiori ai 400 metri quadrati di gettare il cibo che si avvicina alla data di scadenza e di utilizzare la candeggina per avvelenare i generi alimentari da buttare, in modo da allontanare le persone che si avvicinano ai rifiuti in cerca di qualcosa da mangiare.

Lo scopo del provvedimento è quello di ridistribuire queste risorse alimentari alle fasce più svantaggiate della società, evitando da una parte inutili sprechi attraverso il riutilizzo di alimenti ancora commestibili, e dall’altra mettendo in moto dispositivi di welfare civico in cui pubblico e privato, in sinergia col mondo dell’associazionismo e del volontariato, concorrono alla creazione di politiche volte all’inclusione sociale.

Secondo la relazione dell’AGEA (Agenzia italiana per le erogazioni in agricoltura) dal titolo “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013″ la consistenza degli indigenti “assistiti” nel 2013 si è incrementata di 381.308 persone, che vuol dire un ampliamento percentuale del 10,3 %. E’ stato pertanto confermato il trend di incremento che ha visto gli indigenti passare dai 2.763.379 del 2010, ai 3.380.220 del 2011, ai 3.686.942 del 2012 ed ai 4.068.250 del gennaio 2013. Tra il 2010 ed il 2013 gli indigenti sono cresciuti del 47,2 % pari a 1.304.871 persone.

Da questi dati si intuisce come sia diventata prioritaria la lotta allo spreco alimentare. La Last Minute Market (LMM), società spin-off dell’Università di Bologna, contribuisce con i suoi studi alla creazione di modelli logistico-organizzativi atti alla riduzione dello spreco in tutte le sue forme, prevenendo e riducendo i rifiuti attraverso la valorizzazione dei beni invenduti con effetti positivi dal punto di vista ambientale, sociale, economico e nutrizionale.

Secondo la LMM il valore economico dello spreco alimentare alimentare domestico in Italia è di 8,1 miliardi di euro all’anno. Nel 2013 il quantitativo di prodotti non raccolti, ovvero lasciati in campo è stato pari a 1,4 milioni di tonnellate pari al 3% della produzione agricola italiana. Lo spreco alimentare nella trasformazione industriale è di circa 2 milioni di tonnellate mentre quello generato dalla distribuzione commerciale raggiunge le 300 mila tonnellate.

La dinamica dello spreco consuma una grande quantità di energia se si considera che il 15% del consumo totale di energia in Italia sia imputabile alla filiera agroalimentare. Lo spreco dal campo alla tavola porta via il 3% dei consumi finali di energia pari a 1.650.000 cittadini.

Le “Loi Macron” è un esempio tangibile del modello di sviluppo che la Sardegna potrebbe adottare nel gestire la sua economia, incentrato anche sul recupero delle risorse piuttosto che sulla continua creazione di beni, la cui sovrapproduzione comporta alti indici di inefficienza economica. Lo spreco alimentare è uno di questi.

Non possiamo più permetterci di sprecare o, peggio ancora, non implementare processi che mettano il cittadino nelle condizioni di poter riciclare, fare la raccolta differenziata spinta, condividere i sistemi energetici razionalizzando il consumo di energia, recuperare materiali da poter riutilizzare, puntare a costruzioni edilizie sostenibili e, attraverso queste politiche, dare una nuova robustezza ai sistemi di welfare.

 

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

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