iRS al Parlamento Sardo

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Ci troviamo di fronte ad un passaggio importante per la storia della nostra isola e in particolare per la storia di iRS che dopo dieci anni di battaglie civili e politiche ha finalmente ottenuto la possibilità di portare le proprie proposte nella massima assemblea dei sardi. Il raggiungimento di questo traguardo è certamente l’esito di un percorso che ha coinvolto centinaia di persone che si sono dedicate negli anni affinché si diffondesse sempre più il desiderio di una Sardegna pienamente autogovernata.

Se oggi gli indipendentisti sono all’interno del Consiglio Regionale lo si deve al lavoro costante e spesso silenzioso di tante donne e uomini che quotidianamente hanno difeso il territorio dagli assalti delle speculazioni e dalle pesanti presenze militari, difendendo le aziende messe all’asta e lottando per i diritti dei più deboli e disagiati.

La Sardegna è sprofondata in una delle peggiori crisi economiche e sociali degli ultimi sessant’anni e le cause di questo malessere diffuso non sono imputabili semplicemente alla situazione congiunturale ma vanno invece ricercate guardando ai nodi strutturali che non sono mai stati sciolti e che derivano da evidenti deficit di sovranità, dai campi dell’energia e della fiscalità a quelli dei trasporti e dell’agroalimentare. Se da una parte la mancata attuazione di politiche efficacemente sovrane per la nostra terra è ascrivibile ai limiti originari del nostro Statuto dell’autonomia, d’altra parte è necessario riconoscere chel’incapacità cronica e reiterata di molte giunte di governo ha contribuito ad aggravare la condizione che ci troviamo a vivere in questo difficile presente.

La legislatura appena conclusa si è particolarmente distinta per la totale assenza di progettualità, qualità quest’ultima oramai irrinunciabile per coloro che ricoprono cariche pubbliche e di governo. La giunta precedente ha infatti dimostrato più volte di non aver maturato nessuna visione per la Sardegna che non fosse quella di una svendita al miglior offerente del nostro prezioso patrimonio naturale. In particolare i tentativi di Cappellacci di cancellare un Piano Paesaggistico riconosciuto come uno tra i più apprezzati in Europa hanno reso evidente a tutti il grande pericolo che si sarebbe corso di fronte ad una riconferma del governo di centrodestra, con una Sardegna che rischia di diventare per intero la preda di mire speculative legate ai più spregiudicati gruppi del malaffare.

Occorreva perciò porre immediatamente fine a questa pericolosa politica di svendita dei nostri beni comuni e l’elezione di Francesco Pigliaru (che ha dichiarato che la difesa del PPR è una delle priorità programmatiche del suo governo) rappresenta un netto punto fermo in tal senso. La nostra è pertanto una scelta che è prima di tutto di responsabilità, perché fatta per gli interessi della Sardegna e di tutti i sardi.

In un momento in cui, nonostante il sentimento crescente, le idee indipendentiste rischiano l’ennesima marginalizzazione politica, iRS è oggi una grande opportunità anche per tutti coloro che non sono rappresentati nel nostro parlamento a causa di una legge elettorale iniqua. Siamo consapevoli che ci spetta un lavoro importante nei prossimi cinque anni e riteniamo sia fondamentale operare con un rinnovato spirito collaborativo con tutte le forze che vedono la Sardegna al centro del proprio orizzonte politico e auspichiamo già nell’immediato la formazione di un gruppo consiliare tra i rappresentanti dei partiti sovranisti e indipendentisti che sono stati appena eletti.

 

iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna

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