La Saras in cattedra

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propagandaNon è una notizia di cronaca locale, almeno non lo è oggi, ma la risonanza che potrebbe avere ora e nel prossimo futuro dipenderà ancora una volta dalle nostre azioni.

La notizia è che mercoledì 8 maggio alle ore 10:15, presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Othoca” di Oristano, si è tenuto un incontro di due ore tra il geologo della Saras spa Giulio Casula e gli studenti di alcune delle classi quarte e quinte sul “Progetto Eleonora”, che ha come obiettivo la trivellazione nel territorio di Arborea presso lo stagno di S’ena Arrubia – zona protetta decretata sito di interesse comunitario – per estrarre gas metano, che la Saras ritiene esista in quantità apprezzabile.

L’incontro avrà certamente avuto carattere informativo teoricamente adeguato all’indirizzo di studi della scuola ospitante, trattandosi di un istituto tecnico industriale, ma appare quantomeno singolare  che una ditta privata come la Saras organizzi una conferenza di tal genere, proprio nel momento più caldo nel quale la cittadinanza si è mobilitata per dire un deciso no allo sfruttamento del territorio in questione.

Ad essere maliziosi spesso si azzecca. L’incontro ricorda tanto la strategia adottata dalla Saras per istruire le giovani generazioni di studenti delle scuole elementari di Sarroch sull’importanza e sulla bontà dell’attività della raffineria della famiglia Moratti: il gabbiano Gaby è il personaggio di un fumetto ideato appositamente per far passare il messaggio che il petrolio non inquina e dà ricchezza.

Purtroppo sono ormai tristemente note le vittime di guasti agli impianti ma soprattutto delle malattie tumorali conseguenti all’esposizione di gas o sostanze tossiche derivanti dalla lavorazione del petrolio (per informazioni più approfondite si consiglia la visione del lungometraggio Oil di Massimiliano Mazzotta e Oil 2 – L’oro nero dei Moratti, documentario e libro-inchiesta di Mazzotta e Antonio Caronia.

Altrettanto simili paiono le attività di sponsorizzazione e finanziamento di progetti presso altri istituti della Sardegna, per esempio le scuole medie di Castelsardo durante lo scorso anno, da parte dell’altra multinazionale della lavorazione del petrolio e dei suoi derivati, l’Eni, che però incassò il rifiuto di partecipazione al progetto da parte della dirigente scolastica  delle scuole medie di Sorso, anch’esse potenzialmente interessate al progetto e soprattutto a i fondi messi a disposizione, ma poi rifiutati con la motivazione orgogliosamente politica che chi inquina e ricatta un intero territorio non può essere lo sponsor di un progetto educativo delle future generazioni.

Il conflitto morale era evidente allora così come lo è oggi.

É giusto che i giovani siano educati ad interessarsi al territorio in tutti suoi aspetti e soprattutto che si stimoli in loro la formazione di un’opinione personale, sulla base di informazioni veritiere e obiettive, in modo che ogni individuo scelga liberamente da quale parte propendere.

Ma è proprio questo il punto dolente: è giusto che la scuola pubblica, il luogo per eccellenza deputato all’istruzione e alla formazione dei cittadini di oggi e domani, accetti simili ingerenze da parte di multinazionali come Eni e Saras, che sono responsabili di ingenti danni ambientali e fonte di inquinamento e malattie? É giusto che i nostri studenti subiscano quello che sembra un indottrinamento, per giunta senza la possibilità che formino, con gli strumenti forniti proprio dalla scuola, l’opinione contraria a quella che parrebbe essere l’unica legittimata dall’istituzione scolastica?

iRS ritiene che le questioni legate ai beni collettivi quali la salute e l’ambiente debbano essere trattate con la più ampia trasparenza, con la possibilità del contraddittorio e soprattutto con la massima onestà intellettuale possibile, soprattutto nei luoghi pubblici e da parte delle istituzioni che hanno la responsabilità morale e civile della formazione di cittadini liberi e consapevoli.

iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna

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