Grande successo della Die de sa Vardania

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iRS – Indipendènzia Repùbrica de Sardigna ha partecipato domenica 13 febbraio insieme alle associazioni e ai movimenti che aderiscono al comitato “Si Nonucle” alla “Die de sa Vardania” organizzata per invitare tutti i sardi alle proprie responsabilità sulle diverse  scelte che si dovranno fare nei prossimi mesi

Gli inquinamenti reali in questa terra, come quelli mentali dentro ognuno di noi, non possono portarci a barattare un posto di lavoro in cambio della vita.
Questa cultura della morte indotta che ci accerchia, la oltrepassiamo dando una traiettoria di senso al nostro agire, che si traduce in una bonifica generale dei territori coinvolti: nessuno deve perdere il posto di lavoro, anzi bonificare le terre avvelenate significa generare occupazione. Sono già un centinaio le figure professionali formate per il monitoraggio ambientale a Quirra , e come riportano pubblici dati, tra basso, medio e alto livello, potremo lavorare al ripristino dei siti compromessi per 30 – 50 anni.
Queste sono nuove competenze, che servono ora per Quirra, e domani potranno venire impiegate in tutto il mondo. Le conoscenze acquisite nel poligono trasformeranno in risorsa quello che oggi è un grave problema.

Ma nella contemporaneità dei problemi nessuno dei pastori deve lasciare il proprio luogo contro volontà, se li dovessero evacuare per cause ambientali, dovrebbero evacuare ed indennizzare tutta la popolazione.

Oggi dobbiamo essere coesi nel difendere il diritto alla vita e la salute degli abitanti della zona e dei loro figli, e pretendere il giusto risarcimento per la perdita economica e di immagine, come nel vigilare affinché i responsabili dei danni non sfuggano alla giustizia.

Le  dichiarazioni di alcuni amministratori servono solo a qualificarli davanti all’umanità, come sempre è avvenuto in questi casi, come persone che hanno il compito di commerciare la salute delle persone in cambio di un benessere economico. Questi emuli del conte Ugolino parlano di non fare mancare il pane ai propri familiari, o lo studio ai propri figli.

Ma ciò  ha come condizione indispensabile che questi siano vivi e sani.

Tutti i morti che vi sono stati a causa del poligono, purtroppo non sanno che farsene del denaro.

I Comuni, le Provincie e la Regione stessa, dovrebbero costituirsi parte civile come fa la cittadinanza attiva in difesa del Golfo dell’Asinara e della Nurra contro l’ E-On, per lo sversamento dell’olio combustibile in mare. Il futuro nostro e dei nostri figli lo decidiamo oggi, e le scelte attuali lo pregiudicano, è necessario perciò uno sforzo di tutti, Università ed Enti pubblici di ricerca compresi, perché questa terra possa diventare un centro pilota sperimentale sui nuovi sistemi e tecnologie di disinquinamento, ma da sardi per la Sardegna, per una economia pulita.

Solo così riusciremo a sentirci Comunità, Popolo Sovrano, Indipendenti.

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