Franciscu Sedda e Frantziscu Sanna replicano a Paolo Maninchedda del PSdAz

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20/01/2010

Sul suo blog “Sardegna e Libertà” Paolo Maninchedda afferma che “iRS riscopre la presunzione ideologico-morale” criticando così le parole del neo-segretario Ornella Demuru intervistata oggi dall’Unione Sarda.
Franciscu Sedda e Frantziscu Sanna, rispettivamente Responsabile MacroArea “Identità e Cultura” e Responsabile MacroArea “Economia e Società” replicano così:

Franciscu Sedda
«Paolo Maninchedda, che è un politico di razza, nei suoi interventi forumistici e congressuali non si è mai fatto mancare le stoccatine contro “l’indipendentismo utopico”, “velleitario”, “non pragmatico” (ovvero che non si allea a destra o sinistra), a cui ovviamente si contrapponeva l’indipendentismo serio, concreto, pragmatico che lui propugnerebbe. Ovviamente non nominava mai iRS, ma va da sé…non sarebbe un politico di razza se non giocasse sull’allusione, sul tentare di creare la percezione che tutti quelli che non sono sardisti sono velleitari ecc. ecc.
E di queste sottili accuse io, personalmente, non mi sono certo arrabbiato. E mi pare di poter dire che nessuno in iRS c’ha perso le nottate. Eppure si sarebbe potuta fare una gran polemica. E invece noi abbiamo continuato sulla nostra strada.
Dunque, senza entrare nel merito della svolta indipendentista del PSd’Az, mi pare che l’alzata di scudi di Maninchedda rientri nel normale gioco della politica. Lui cerca di fare quello che propone l’indipendentismo migliore (e su questo, come dicevo, avremmo potuto anche noi inalberarci parlando di presunzione…); noi rispondiamo che “stiamo a vedere”: un legittimo dubbio mi pare, visto che la storia del PSd’Az non è certo una garanzia di indipendentismo (e su questo sfido pubblicamente chiunque a smentirci).
Il punto è semplice. Per noi il dialogo non è la pastetta buonista. Il dialogo è “contraddittorio”, è confronto teso di opinioni diverse. Altrimenti non c’è nemmeno da dialogare.
E a questo tipo di dialogo siamo sempre aperti, a partire da quello da intavolare con Paolo Maninchedda.
Se poi si vogliono alzare i toni per provare a farci fare la parte dei super-cattivoni extraparlamentari anni ’70 (noi?!? e pensare che stavo nella pancia di mamma…) lo si fa proprio perché si vuole continuare a negare che c’è un indipendentismo nuovo, con una elaborazione nuova, capace di fare tutti i conti con la storia di questa terra e delle sue classi dirigenti.
Ma io penso che questa alzata di toni sia un sintomo istintivo di cui bisogna ringraziare Paolo Maninchedda. E’ il sintomo che la nostra scelta coraggiosa, la scelta di una nuova organizzazione democratica, con un segretario donna eletto dalla base e sostenuto da una squadra di persone competenti, ha sorpreso e scompaginato i piani di più d’uno. Anche del PSd’Az.
Ma questa è la politica. E al di là delle schermaglie dialettiche è questa politica che fa bene a tutta la Sardegna. Nessuno escluso».

Frantziscu Sanna
«Leggere il commento del sig Maninchedda sull’intervista al nostro coordinatore politico nazionale mi ha lasciato piuttosto perplesso.
Innanzitutto l’autorevole esponente del Psd’Az dovrebbe distinguere il suo personale impegno sui temi dell’indipendenza da ciò che è e da ciò che è stato il partito di cui attualmente fa parte.
Alla domanda su cosa ne pensa della svolta del PSd’Az verso l’indipendentismo, il nostro neocoordinatore risponde in maniera serafica auspicando che si tratti di una “vera svolta”, che sia seria e coerente nel tempo, che non sia ballerina e falsa come altre volte è stato. Mi pare più che legittimo. Le svolte non si fanno con le sole parole, servono i fatti e soprattutto la coerenza nel portare avanti le idee e i contenuti, le scelte e le strategie. Che il sig. Maninchedda in questi mesi abbia portato avanti scelte chiare e coerenti da un punto di vista strettamente indipendentista non lo metto in dubbio. Essere relatore di maggioranza della finanziaria e parlare di indipendenza non è cosa da poco, anzi è un’assoluta novità. I meriti e i passi in avanti si riconoscono a chi li compie senza mezze parole e senza sotterfugi. Questa è la politica della responsabilità, della concretezza, del dialogo possibile per il futuro della nostra terra, per la repubblica nuova che abbiamo il dovere di costruire. Altra cosa è esprimere un giudizio sul PSd’Az, sulla sua storia e su tutto ciò che ha rappresentato nel recente passato della Sardegna.
Inviterei anzi il sig. Maninchedda a fare autocritica, sarebbe utile a lui, al suo partito, alla nostra Nazione.
Si potrebbe partire con il rileggere le attività consiliari dei tesserati al suo partito, le interviste rilasciate dai segretari e dai dirigenti anche solo negli ultimi dieci anni. Troverà che il suo è stato un partito visceralmente autonomista e federalista, con pochissimi bagliori passeggeri di indipendentismo.
Ciò ovviamente è il passato del PSd’Az: tutti noi auspichiamo che possa diventare chiaramente e coerentemente indipendentista, ma ci consenta, con il massimo rispetto, di prendere tutti i recenti passi fatti, ultimo congresso compreso, con il beneficio del dubbio.

Mi pare però che gli atteggiamenti di arroganza siano preponderanti nei toni e nei modi del consigliere sardista. iRS gli ricorda il linguaggio degli anni settanta, l’estrema sinistra, la violenza, il settarismo.
Sappia che nascondersi la realtà dei fatti non è cosa semplice: i cittadini sanno riconoscere gli insulti dalle critiche, le falsità dalla dialettica.
Dia un occhiata al nostro lavoro e ai nostri contenuti e pensi a come legittimare la serietà del suo partito, al nostro ci pensano i 6 anni di coerenza repubblicana, di idee e di facce spese con una trasparenza e una limpidità inattaccabili.

Noi non siamo sardisti e non possiamo farci nulla. Non possiamo dichiararci tali e non possiamo nemmeno rendere omaggio a illustri padri del vostro autonomismo. Abbiamo altri riferimenti concettuali, altre idee per il futuro di questa terra.

In più abbiamo un’ulteriore piccola cosetta che ci differenzia dal PSd’Az: dentro iRS ci sono solo e esclusivamente indipendentisti e repubblicani convinti e possiamo garantire per ogni singolo attivista. Può fare lo stesso il sig. Maninchedda anche solo con i dirigenti del suo partito?
Un tempo c’era bisogno i chiedere garanzie a qualche loggia massonica, oggi?
La nostra primavera è cominciata, ci auguriamo di cuore che ce ne possa essere una anche per il PSd’Az».

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Isgàrrica s’artìculu: 2010-01-20 – F.Sedda e F.Sanna replicano a Maninchedda del PSdAz

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