Gràtzias meda!

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09 giugno 2009

Gràtzias meda!

iRS – Repùbrica de Sardigna ringrazia le centinaia di migliaia di sardi che non sono andati a votare, ma soprattutto i tanti sardi che hanno scelto di inserire nella scheda elettorale la Lettera all’Europa: un gesto di cittadinanza attiva nonviolenta attraverso il quale hanno voluto comunicare all’Europa, allo Stato italiano e alla classe politica autonomista la ragione profonda dell’imponente calo dei partecipanti al voto in Sardegna. Vale a dire la volontà di non farsi prendere più in giro, di non partecipare ad un voto-truffa, un voto anti-democratico che taglia fuori da trent’anni la nazione sarda dall’Europa.

I dati sono inequivocabili. Da un lato ci sono le circa 24.000 schede fra bianche e nulle (pari al 4,3% dei voti), di cui moltissime sono da ricollegare alla presenza della Lettera dei Sardi all’Europa, da alcuni presidenti di seggio considerata voto nullo e in altri casi scheda bianca. Dall’altro lato c’è il dato del calo dei votanti. Rispetto alle scorse elezioni europee il 35% in meno dei sardi si è recato alle urne, facendo registrare la differenza più alta, in termini relativi, rispetto a tutte le 259 “regioni” europee.

Per la prima volta nella storia delle elezioni sarde i votanti dei partiti italiani si attestano sul 40%. In molte province non raggiungono nemmeno tale soglia attestandosi ad esempio al 36,6% nella Provincia di Olbia Tempio. Quasi due elettori sardi su tre non sono andati a votare.

Queste elezioni rappresentano un momento di alta consapevolezza, una scelta di popolo chiara e allo stesso tempo coerente: il nostro ruolo in Europa deve essere ricontrattato, con lo Stato italiano e con le istituzioni europee, subito.

Chiunque fingerà di non aver capito il messaggio, chi non vorrà finalmente capire che la Nazione Sarda ha deciso di riprendersi per intero la sua sovranità nazionale pagherà presto le conseguenze in termini di stima, voti e soprattutto fiducia da parte dei sardi, ma soprattutto si renderà ulteriormente complice della spoliazione dei nostri diritti di popolo.

La partitocrazia italiana e la classe dirigente sarda autonomista e unionista sono state platealmente sfiduciate da questa grande scelta di popolo. Tutti i partiti che hanno avuto il coraggio di mistificare la realtà chiedendo il voto ai sardi, abusando per l’ennesima volta della loro fiducia, dovrebbero semplicemente chiedere scusa per 30 anni di incapacità e di abissale distanza dai bisogni della gente.

Sappiamo già che le colpe verranno date ancora una volta a chi come noi ha fatto per l’ennesima volta una scelta di coerenza, democrazia e libertà nell’interesse di tutti i cittadini sardi. Se così sarà la classe politica autonomista si esporrà ancor di più al ridicolo e non farà altro che confermare la necessità ineludibile di un cambio di classe dirigente, di un accelerazione del processo di costruzione della Repubblica di Sardegna e del suo ingresso in Europa.
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Isgàrrica s’artìculu: 2009-06-09 – Gràtzias meda!
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