Cambia la bandiera ma non la sostanza. Franciscu Sedda interviene sulla decisione di Cappellacci

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di Franciscu SEDDA

Il presidente Cappellacci, appena insediatosi, ha deciso di ritornare alla vecchia bandiera-simbolo della Regione Autonoma mettendo da parte quella adottata di recente. La domanda a questo punto sorge spontanea: è l’autonomismo che genera costantemente divisioni o sono i quattro mori che portano male all’unità dei sardi?

La risposta è, ovviamente…entrambe le cose. Del resto autonomismo, quattro mori e disunità sono la stessa cosa, una stessa ed unica storia.

Certo, si dirà che c’è autonomismo e autonomismo. Infatti, c’è nell’autonomismo un’infinita gradazione di subalternità che va dall’ingenuo al patetico passando per il ridicolo. Ognuno si scelga il suo.

Intanto noi ci godiamo il siparietto di questa Regione Autonoma che in nome del “ritorno alla tradizione” – e fortuna che i retrogradi sono gli indipendentisti! – decide di ripristinare un gonfalone. Già ce ne facevamo poco di una bandiera che era solo orgoglio e integrazione, chiacchiere e distintivo, figuriamoci quanto può servire una bandiera dove a malapena si vede il simbolo.
Sul ponte sventola bandiera bianca. Finalmente. Ci voleva qualcuno che ricordasse a tutti che cos’è l’autonomismo.

Intanto noi ci godiamo lo spettacolo. Ci godiamo lo spettacolo pensando che proprio quest’anno sono 600 anni. Pensando che proprio quest’anno cade l’anniversario di uno dei nostri più grandi momenti di unità.
Nel 1409 la nazione sarda, tutti i sardi, combattevano e davano la loro vita per difendere la libertà della Sardegna. Tutti consapevolmente e volontariamente uniti da un unico simbolo: un Albero verde in campo bianco.

Dall’altro lato nelle fila dell’esercito invasore, quello contro cui ci siamo battuti e con cui si erano alleati pochi sardi venduti, sventolava anche la bandiera dei quattro mori.
Ma questo non ditelo agli autonomisti. Potrebbero rimanerci male. O esserne felici?!

Franciscu Sedda
Esecutivo Nazionale iRS

28/03/2009

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Isgàrrica s’artìculu: 2009-03-28 – Cambia la bandiera ma non la sostanza

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