Non desiderare l’azienda d’altri. iRS diffida pubblicamente dall’acquisto di aziende sarde all’asta

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10 novembre 2007

[Video del blitz al Banco di Sardegna]
[Video dell’intervento di iRS a Decimoputzu con Beppe Grillo]

iRS diffida chiunque dalla partecipazione alle aste giudiziarie relative alle aziende agricole di Decimoputzu, che vedono i loro proprietari costretti a rifondere alle banche debiti non rimborsabili né esigibili.
iRS annuncia che vigilerà nelle sedi di svolgimento delle aste giudiziarie, affinché nessun compratore sardo o straniero, si appropri delle proprietà dei cittadini di Decimoputzu.

La situazione di crisi economica e personale in cui versano centinaia di famiglie di pastori e contadini di Decimoputzu e del resto della Sardegna a causa dell’incompetenza dei politici della Regione Autonoma della Sardegna e della voracità di alcune banche e della complicità di alcuni soggetti privati deprecabili, ha evidenziato un fenomeno moralmente ripugnante a cui la cultura della nazione sarda ha sempre posto argine: quello di appropriarsi a prezzi irrisori, attraverso aste, dei beni di qualcuno che senza colpa o addirittura per responsabilità politiche della Regione, vive un momento di debolezza economica.

iRS dunque, non solo rinnova la sua piena solidarietà a questi nostri connazionali e lavoratori che attraverso la loro vita, il loro sudore, i loro risparmi hanno cercato di contribuire alla crescita economica e sociale della Sardegna, ma annuncia che interverrà con assoluta fermezza, per far in modo che nessuno approfitti della loro debolezza e porti loro via i loro beni.

iRS diffida chiunque dal “desiderare l’azienda d’altri”, dal tentativo di arricchirsi sulle spalle di altri messi in ginocchio da una politica incapace e da un sistema del credito ingiusto.
iRS non può tollerare questo comportamento da sciacalli, da avvoltoi, da rettili a sangue freddo che alcuni uomini, siano essi sardi o stranieri, cittadini privati o entità pubbliche, stanno attuando per la pura brama di arricchirsi facilmente, senza alcun rispetto per il lavoro, la passione e la fatica che altre persone, oneste, hanno messo nel costruire la propria azienda, il futuro loro e delle loro famiglie.
La classe politica incapace e la voracità di alcune banche creeranno di conseguenza tensioni pericolose e imprevedibili nel mondo agricolo.

Approfittarsi della debolezza altrui, soprattutto se fonte del caso o dell’ingiustizia, è fuori dall’etica e dalla prassi della cultura della nazione sarda e di qualsiasi etica universalmente condivisa.
iRS non può che stigmatizzare questa caduta dell’etica collettiva e richiamare tutti al senso di rispetto e della solidarietà fra sardi e fra esseri umani: solo così potremo uscire da questo stato di disunità e di disfacimento morale, sociale, economico.

iRS è pronta ad intervenire come già ha fatto in precedenza quando riuscì con la sua azione nonviolenta a bloccare gli speculatori che cercavano di portar via le case di alcuni cittadini sassaresi in condizioni di indigenza, così come quando murò simbolicamente la sede del Banco di Sardegna, sempre per il tema della legge 44/88, insieme al sindacato Kuiles.

iRS parteciperà con una forte della delegazione, all’asta giudiziaria che si terrà il giorno 29 presso il tribunale di Cagliari, per conoscere da vicino le facce dei nuovi vampiri che tenteranno di appropriarsi delle aziende vittime di questo infernale meccanismo, e ne impedirà lo svolgimento.
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Isgàrrica s’artìculu: 2007-11-10 – Non desiderare l’azienda d’altri. iRS diffida pubblicamente
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Il video dell’azione di iRS del 2001 è stato linkato anche dal sito di Beppe Grillo e su YouTube è già stato visionato migliaia di volte.
Il video dell’intervento di Gavino Sale a Decimoputzu assieme a Beppe Grillo è stato ospitato sul sito di Italo Orrù, fotografo de L’Unione Sarda.

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COMUNICATO DEL BLITZ DEL 2001

Il Sindacato Pastori Sardi “Kuiles” guidato da Gavino Sale, Giovanni Masia e altri membri di iRS nel 2001 protesta clamorosamente contro la legge regionale numero 44 del 88. Legge che concedeva dei contributi per pagare i mutui del banco di Sardegna e che poi è stata impugnata dall’unione europea imponendo agli istituti di credito di recuperare quelle somme. 5000 allevatori si sono ritrovati così con un debito verso la banca di 60 miliardi di lire.

Il blitz è scattato il 21 dicembre del 2001 poco dopo le otto del mattino. La sede centrale del banco di sardegna a Sassari in Piazza Castello era quasi deserta, e in un attimo sono spuntati fuori gli allevatori e il camioncino col materiale: 75 blocchetti, cemento a presa rapida e attrezzi da lavoro. Organizzazione perfetta, un cantiere in piena regola, con cartello “lavori in corso” e nastro rosso per delimitare l’area. Alle 8 e 13 hanno iniziato a costruire il muretto, alle 8 e 17 avevano già finito.

Un modo per dire che il loro denaro non passerà mai attraverso quelle porte, e che se la Regione continua a inviare richieste di pagamento sta solo sprecando tempo. Anzi: proprio davanti a quel muro un falò ha distrutto decine di lettere spedite agli imprenditori dall’assessorato regionale all’Agricoltura. «È una rapina», ha tuonato Gavino Sale, «una rapina da sessanta miliardi».

Questa rapina continua ancora oggi. Le conseguenze di questa legge hanno esasperato tutte le aziende sarde coinvolte. A DecimoPutzu le proteste hanno raggiunto l’apice quando tantissime imprese della zona sono state poste all’asta.

iRS diffida chiunque dal “desiderare l’azienda d’altri”, dal tentativo di arricchirsi sulle spalle di persone messe in ginocchio da una politica incapace e da un sistema del credito ingiusto.

iRS non può tollerare questo comportamento da sciacalli, da avvoltoi, da rettili a sangue freddo che alcuni uomini, siano essi sardi o stranieri, cittadini privati o entità collettive, stanno attuando per la pura brama di arricchirsi facilmente, senza alcun rispetto per il lavoro, la passione e la fatica che altre persone, oneste, hanno messo nel costruire la propria azienda, il futuro loro e delle loro famiglie.

iRS è pronta ad intervenire come già ha fatto in precedenza quando riuscì con la sua azione nonviolenta a bloccare gli speculatori che cercavano di portar via le case di alcuni cittadini sassaresi in condizioni di indigenza.

Come allora iRS è pronta a dimostrare di stare dalla parte dei sardi e dei più deboli, dando l’esempio di una politica e di un modo di fare società diverso.

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DOCUMENTI D’ARCHIVIO

Nota stampa di iRS sul processo ai pastori di Kuiles per il blitz al Banco di Sardegna

Volantino di iRS sul processo a Kuiles

Articolo de L’Unione Sarda sul blitz del 2001

Testo del servizio del TG di Videolina sul blitz del 2001

Articolo de L’Unione Sarda sul processo a Kuiles

Articolo de La Nuova Sardegna sul processo a Kuiles

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COMUNICATO DI iRS DEL 3 NOVEMBRE 2007

Non desiderare l’azienda d’altri.
iRS sulla difficile situazione tra imprese e debiti.

La situazione di crisi economica e personale in cui versano centinaia di famiglie di pastori e contadini della Sardegna a causa dell’incompetenza dei politici della Regione Autonoma della Sardegna e della voracità delle Banche ha evidenziato un fenomeno moralmente ripugnante a cui la cultura della nazione sarda ha sempre posto argine: quello di appropriarsi a prezzi irrisori, attraverso aste, dei beni di qualcuno che senza colpa o addirittura ingiustamente viveva un momento di debolezza economica.
Come scrisse il Giudice Ugone III, nel pieno della lotta della Sardegna per l’indipendenza nazionale: “E chi pro dinari perunu non campit”. E ancora oggi la memoria popolare custodisce questa superiore idea di umanità, l’idea che non si può mettere il desiderio di denaro al di sopra e contro il valore della libertà e della dignità degli uomini.

iRS dunque, non solo rinnova la sua piena solidarietà a questi nostri connazionali e lavoratori che attraverso la loro vita, il loro sudore, i loro risparmi hanno cercato di contribuire alla crescita economica e sociale della Sardegna ma annuncia che interverrà in modo non violento ma con assoluta fermezza per far in modo che nessuno approfitti della loro debolezza e porti loro via i loro beni.

iRS diffida chiunque dal “desiderare l’azienda d’altri”, dal tentativo di arricchirsi sulle spalle di altri messi in ginocchio da una politica incapace e da un sistema del credito ingiusto.

iRS non può tollerare questo comportamento da sciacalli, da avvoltoi, da rettili a sangue freddo che alcuni uomini, siano essi sardi o stranieri, cittadini privati o entità collettive, stanno attuando per la pura brama di arricchirsi facilmente, senza alcun rispetto per il lavoro, la passione e la fatica che altre persone, oneste, hanno messo nel costruire la propria azienda, il futuro loro e delle loro famiglie.

Approfittarsi della debolezza altrui, soprattutto se fonte del caso o dell’ingiustizia, è fuori dall’etica e dalla prassi della cultura della nazione sarda. iRS non può che stigmatizzare questa caduta dell’etica collettiva e richiamare tutti al senso di rispetto e della solidarietà fra sardi e fra esseri umani: solo così potremmo uscire da questo stato di disunità e di disfacimento morale, sociale, economico.

iRS è pronta ad intervenire come già ha fatto in precedenza quando riuscì con la sua azione nonviolenta a bloccare gli speculatori che cercavano di portar via le case di alcuni cittadini sassaresi in condizioni di indigenza.

Come allora iRS è pronta a dimostrare di stare dalla parte dei sardi e dei più deboli, dando l’esempio di una politica e di un modo di fare società diverso.

Assemblea Natzionale de iRS

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NOTA STAMPA DELL’ANSA

2007-11-09 17:55
GRILLO TRA AGRICOLTORI SARDI;
LEADER IRS: “COSI’ MURAMMO BANCA”

(ANSA) – DECIMOPUTZU (CAGLIARI), 9 NOV – “Vi espropriano qualsiasi cosa sotto gli occhi, vi portano via proprio tutto sotto il naso”. L’ha sottolineato Beppe Grillo nell’incontro con gli agricoltori di Decimoputzu riuniti nel Centro socio-culturale del paese dopo che la prevista manifestazione allo stadio comunale è stata annullata per la bufera di maestrale che ha investito la Sardegna meridionale.

Ci ha pensato il comico genovese a riscaldare la platea, riconfermando la sua solidarietà agli agricoltori (“qui è successo qualcosa come la frana devastante in Val di Stava, ma nessuno sapeva niente, non c’é stata nessuna informazione”) e chiamando al suo fianco il leader di Indipendentzia repubrica de Sardigna, Gavino Sale, per ricordare una delle azioni più eclatanti da lui compiute. “Era il dicembre 2001 – ha raccontato l’esponente dell’Irs, che ha portato la solidarietà della Provincia di Sassari, di cui è consigliere – e con l’aiuto del cemento rapido, una pattuglia di nostri attivisti riuscì a murare in poco meno di cinque minuti tutti gli accessi della sede del Banco di Sardegna a Sassari”. Un’azione decisa in segno di protesta contro la banca, che non era ancora passata sotto il controllo della Bper, sempre per una vicenda di contributi.

A conclusione dell’incontro con gli agricoltori Grillo ha nuovamente promesso che terrà desta l’attenzione sulla vicenda perché “il problema non è solo vostro ma tutto il settore produttivo italiano”. (ANSA).

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