Cappellacci fa da stampella a Berlusconi. Fino a dove arriva la nostra umiliazione?

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iRS invade Villa Certosa – 2005

Ascoltare il discorso di Silvio Berlusconi a Cagliari è un’esperienza che rasenta il tragicomico. E lo è soprattutto se ci si colloca dal punto di vista di quei sardi che sono andati di persona a vedere un uomo che è apparso completamente scollegato dal contesto e visibilmente svogliato con Cappellacci che gli faceva da stampella.

Un discorso che molto più di altre occasioni è apparso assolutamente autoreferenziale e improntato principalmente a ricordare il “nuovo” progetto dei club di Forza Italia e la “missione” che ogni bravo discepolo è chiamato a compiere. Così per almeno venti minuti si è andato avanti tra le citazioni delle grandi opere compiute in passato: dalla ricostruzione dell’Aquila (che non è mai avvenuta) ai rifiuti napoletani per finire alla chiamata collettiva per risollevare l’Italia.

Intanto le telecamere hanno ripreso l’uomo di Arcore con un’inquadratura dove alle sue spalle emerge chiaramente la scritta “Sardegna”, mentre nel leggio è in ben in evidenza il cartello “Zona Franca”. Peccato che lui quelle due scritte non le possa vedere. Forse sarà per questo motivo che qualcuno dal pubblico a un certo punto urla: “Silvio, parla di Sardegna!”. Ma neanche questo sembra scuoterlo dal suo intento auto promozionale, (perché a tutti appare evidente che Silvio in Sardegna sembra non essere proprio atterrato, almeno con la testa) e lo si nota dalla sua pronta risposta: “certo che parlerò di Sardegna, ma lo farò personalmente con lei, all’ora di pranzo, tra l’antipasto e il dolce”.

Intanto il fido Ugo che del neo-sardismo condito da pseudo indipendentismo ha fatto il cavallo di battaglia della sua ricandidatura si passa una mano sulla testa, magari sperando in un ritorno sardo del discorso del Cavaliere, però niente o quasi. Il pubblico non si scalda e anche i brevi applausi sembrano comandati da qualche animatore davanti alla platea.

La delusione è palese e tanti sostenitori del centro destra oggi avrebbero fatto volentieri a meno di un discorso così estraneo ai temi e alle questioni che riguardano l’isola. Eppure i problemi da porre sul piatto non mancano ma pare che alle orecchie del Cavaliere siano arrivati solo i campi da golf e la cucina tradizionale, con l’immancabile turismo, naturalmente da distribuire per tutto l’anno (e lì l’applauso più grande, d’altronde bisogna anche sapersi accontentare e gioire di quello che passa il convento).

Sembra che nessuno abbia voluto parlare dei fondi FAS destinati alla Sassari – Olbia che lo stesso Berlusconi ha scippato, o delle 200mila persone in condizioni di povertà, degli oltre 100 mila disoccupati, delle 800 mila cartelle esattoriali notificate da Equitalia. Delle oltre 24mila aziende che hanno già dichiarato fallimento, ma soprattutto di una Zona Franca richiesta (demagogicamente) proprio dal suo figlioccio Ugo e dai suoi sostenitori, senza dire niente invece dei 10 miliardi di euro che lo stato italiano deve alla Sardegna. Fu proprio Berlusconi che si impegnò a non chiudere la Vertenza Entrate.

La più grande sconfitta oggi è proprio per loro e ci si chiede fino a che punto i sardi si debbano umiliare, continuando a fare l’inchino a chi arriva a deriderli. Questo accadrà sempre per chiunque in Sardegna possa essere convinto che la soluzione dei nostri problemi possa arrivare dall’esterno all’isola.

Berlusconi dovrebbe sapere che oggi in Sardegna emerge una nuova consapevolezza diffusa: l’isola ha bisogno di acquisire maggiore sovranità per risollevarsi da un crisi cronica e decennale.Quella Sovranità di cui parlavamo nel 2005 quando abbiamo invaso la sua residenza estiva a Villa Certosa, allora sotto segreto di stato.

I Sardi oggi sono consapevoli che nessuno verrà mai a salvarci se non saremo noi per primi a diventare responsabili delle nostre scelte, responsabili e sovrani del nostro agire, progettuali nelle scelte che riguardano le nostre comunità.  Il Berlusconismo è finito e non tornerà certo con Franco Cappellacci!

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

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