Nuova legge elettorale: un attacco brutale al pluralismo e alla democrazia

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aula del Consiglio Regionale della Sardegna

Ieri, martedì 11 giugno, è passata in Commissione Riforme della RAS la nuova legge elettorale che in questi giorni verrà votata dal consiglio regionale.

L’emendamento, prevede uno sbarramento del 10 per cento per le coalizioni, del 7 per cento per le forze politiche che si presenteranno da sole e del 3 per cento per i partiti che concorreranno all’interno di una coalizione

Se la proposta diventasse legge, verrebbe inflitto un grosso colpo a principi di democrazia e di rappresentatività poiché una grossa fetta della società non sarebbe rappresentata.

Da un’analisi dei dati elettorali risulta che l’affluenza alle urne alle elezioni sarde è in continua decrescita: dal 71% degli aventi diritto del 2004 si passa al il 67,58% del 2009 e le tendenze per il futuro non fanno sperare in una inversione di tendenza.  Vale a dire che se la rappresentanza si riduce costantemente, la nostra democrazia si indebolisce e chi ha vinto governa la RAS con solo un terzo dei consensi.

La stessa tendenza traspare dalle ultime elezioni politiche e amministrative: in alcuni paesi della Sardegna hanno votato il 55% degli aventi diritto.

Il sistema politico perde credibilità e gli umori della società sarda ne riflettono gli effetti. E’ evidente come questa classe politica, figlia e madre di questa tendenza, rappresenta sempre meno le esigenze del suo popolo.

Allo stesso tempo infatti, in Sardegna nascono comitati ed associazioni spontanee di cittadini pronti ad impegnarsi su temi specifici e a prendere in mano quella rappresentanza che la politica ha abbandonato, spesso scambiando gli interessi del territorio con quelli delle segreterie di partito, lavorando più per gli interessi lobbistici di alcune società che per il popolo che li ha eletti.

Oggi sono i comitati, e ne sono nati più di 130 negli ultimi mesi, i movimenti e le associazioni di cittadini a lottare in prima linea contro le speculazioni energetiche, la costruzione di inceneritori, il continuo saccheggio del nostro territorio da parte dell’interesse di pochi privati, ed ancora a proporre iniziative volte ad informare, o animare e riempire di contenuti la vita politica, a tentare di risolvere in certi casi veri e propri nodi strutturali del sistema economico sardo mettendo in piedi una flotta navale che tamponi l’emergenza dei trasporti marittimi, o a creare una rete alternativa di scrittori e lettori per produrre cultura. Ad Orgosolo 130 ragazzi sottoscrivono liberamente una lettera per dire che sono stanchi di vedere pubblicizzato il proprio paese per l’ennesimo atto di cronaca, sanno che la loro comunità offre ben altro e sono pronti a prenderne le sorti del destino tra le mani.

I cittadini dimostrano di avere sempre più voglia di partecipare alla vita pubblica e sempre meno accettano scelte e decisioni calate dall’alto.

La politica dovrebbe ascoltare ed incoraggiare queste forme di partecipazione dei cittadini allargando sempre di più l’orizzonte dei processi decisionali.

La nuova legge elettorale che il PD e il PDL andranno ad approvare è ben lontana da questi principi ma si basa esclusivamente sul principio dell’esclusione. Con queste soglie di sbarramento, un movimento che si presenta fuori da una coalizione, con un bagaglio di 80 mila voti resterebbe fuori dal consiglio regionale. All’interno di una coalizione servirebbero circa 30mila voti per eleggere un consigliere.

Oggi il meno votato del consiglio regionale è stato eletto in coalizione con circa 800 voti. iRS, che alle scorse regionali ha corso da sola, con un bacino di circa 30mila voti è fuori dal consiglio regionale. Questa è la legge elettorale. Chi rappresenta 800 persone viene eletto, chi ne rappresenta 30 mila resta fuori.

iRS ritiene che questa proposta abbia il vecchio sapore dell’eversione, l’ennesima mutilazione brutale della nostra democrazia. La costruzione di un golpe a norma di legge, creato da persone che hanno paura di confrontarsi con il proprio popolo. I consiglieri regionali oggi si troveranno davanti ad un bivio, ascoltare la voce dei proprio popolo o ratificarne l’ennesima esclusione.

Le attiviste e gli attivisti di iRS s’impegneranno fin da subito, a fianco alla propria comunità, affinché i nomi di chi voterà questa legge vengano resi subito pubblici in modo che si assumano tutto il carico di responsabilità che una scelta come questa comporta, davanti ai cittadini e davanti al proprio popolo.

iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna

 

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