Il referendum sul nucleare e la Sardegna da esperimento.

0

Parlando del referendum del 15 e 16 Maggio, ultimamente, pare impossibile sfuggire dall’interpretazione politica che i partiti italiani in Sardegna danno della consultazione e di certo, non è la prima volta che questo capita.

Oggi anche il referendum, così come la tornata amministrativa, diventano per i leader d’oltremare test sulla solidità del governo italiano ed i politici nostrani non fanno altro che seguire a ruota; specialmente da sinistra sempre più spesso sento nervosamente dire:”Berlusconi ha scelto il nucleare, mentre noi invitiamo tutti a votare..”.

Certo, direte, difficile immaginarsi il contrario e tutti abbiamo ben presente il primo effetto della salita di Cappellacci al governo della regione: le dimissioni di Walter Veltroni a Roma.

Insomma, la Sardegna oltre che essere territorio sperimentale per la guerra lo è anche per la politica, ma la politica di chi? Esperimento per chi?

Quello che vedo io è che al prossimo referendum siamo chiamati ad esprimerci come individui e come popolo, non sulla affidabilità del signor B, né sulla affidabilità della centrale nucleare di ultima generazione; siamo chiamati a dare con il voto, invece, un parere sul modello di sviluppo che vogliamo per la nostra terra, a dire se la Sardegna, che già oggi è energeticamente indipendente, abbia o meno la necessità di raddoppiare la sua produzione energetica con la fissione nucleare.

Dobbiamo dire se l’immagine che abbiamo della nostra isola di oggi e di domani sia conciliabile con un’installazione nucleare sia essa una centrale o un deposito di scorie e lo possiamo fare, nel momento di massima crisi della democrazia rappresentativa, con uno strumento di democrazia diretta. Possiamo andare a votare pensando che questo strumento che riavvicina i cittadini al processo decisionale, possa essere in Sardegna facilmente replicabile in maniera pressoche gratuita e istantanea per via telematica, con uno sforzo inferiore a quello che si è fatto per il digitale terrestre, potremmo insomma ipotizzarne tempi, modi e sicurezza.

Il 15 e 16 Maggio infine abbiamo l’opportunità di decidere, ed è questo il punto che mi preme sottolineare di più, di esser noi per la prima volta a far un esperimento, un allenamento, un esercizio di sovranità in cui si decide, votando, del futuro energetico della nostra terra, liberi da posizioni preconcette ed imposizioni di partito.

Share.

Leave A Reply