Uranio impoverito e rimborsi. iRS sul decreto del presidente della Repubblica italiana

0

02 novembre 2009

Lo Stato Italiano, attraverso un decreto del Presidente della Repubblica, ha accolto le istanze delle commissioni parlamentari che hanno indagato sulle vittime militari e civili da Uranio impoverito nelle zone militari di Quirra, Teulada e Capo Frasca, stabilendo nella data del 6 novembre il termine massimo di presentazione della domanda di risarcimento.

Al di là della scarsissima rilevanza mediatica che questo provvedimento ha avuto (apparso sulla Gazzetta Ufficiale in Aprile è stato “recensito” dall’Unione Sarda solo in data 13 ottobre), esso di fatto fissa per legge una diretta relazione fra l’altissima incidenza di tumori, delle aree che sorgono intorno ai poligoni di tiro, e le polveri sottili rilasciate dalle esercitazioni militari.

Si tratta di un precedente storico che ci pone di fronte ad alcune riflessioni obbligate. Anzitutto ci si chiede quale sia stato il criterio che ha portato a determinare la risarcibilità ai soli residenti nel raggio di un chilometro dalle basi militari. E’ evidente che non può essere stato un criterio scientifico. Tutti conoscono la portata dei venti Sardi e la loro capacità di trasportare corpuscoli a grandi distanze. Appare più plausibile che la strada scelta sia stata quella della economicità. Ammettiamo la colpa ma limitiamo i danni alle casse dello Stato.

In secondo luogo appare paradossale che a tale misura non segua l’immediata chiusura dei poligoni di tiro. Riconoscere il pericolo e non prevenirlo, ma sollevarsi da esso attraverso un risarcimento postumo, viola palesemente gli articoli 3 e 35 della Carta Europea dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, che prevedono il diritto all’integrità fisica della persona e alla prevenzione della sua salute.

Infine, ammettendo la relazione fra aumento delle malattie mortali e attività militari da parte dell’esercito italiano e di quei paesi a cui l’Italia ha affittato il nostro territorio per sperimentare armi non convenzionali – tale è ritenuto dall’ONU l’uranio impoverito -, si ammette altresì implicitamente, il devastante impatto ambientale che ad esse si accompagna. Appare del tutto logico quindi, che secondo il principio di “chi inquina paga”, vengano richieste immediate bonifiche a carico delle basi, con conseguente liberazione dalle servitù militari dei territori occupati.

Siamo dunque di fronte alla consueta forma di assistenzialismo e di mercificazione della dignità dei sardi, portata all’eccesso e consumata attraverso la complicità di istituzioni locali inerti e silenti di fronte ad un così grave problema.

Jùliu Kerki, Juannedhu Sedda
Assemblea Nazionale iRS
_

_

Isgàrrica s’artìculu: 2009-11-02 – Uranio impoverito e rimborsi. iRS sul decreto
_

Share.

Leave A Reply