iRS contro aste e truffe finanziarie delle banche contro agricoltori. Sit-in di iRS, aste deserte

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29/11/2007 | Video del sit-in |

iRS presenzia alle aste. Aste deserte.

iRS, indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, come comunicato in precedenza ai media, ha presenziato alle aste giudiziarie degli agricoltori esecutati, per il caso legge 44, stamane alle ore 9:00 presso il Tribunale di Cagliari, con un folto gruppo di militanti.
L’incontro tra il sig. Francesco Maxia e il Banco di Sardegna è stata rinviato per ricontrattazione del debito tra le parti.
Le aste di incanto dei beni del sig. Pinna Vincenzo (proc n. 208-06, creditore Banco di Sardegna) e del sig. Pinna Giuseppe (proc. n. 230-06, creditore Banco di Sardegna), SONO ANDATE DESERTE né si sono presentate offerte o potenziali compratori.
iRS vigilerà fino a quando la situazione non sarà definitivamente risolta.
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Isgàrrica s’artìculu: 2007-11-29 – iRS contro aste e truffe finanziarie delle banche

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APPROFONDIMENTI

27/11/2007
Video dei TG sardi sull’a conferenza stampa di iRS che annuncia azioni contro le aste.

10/11/2007
Non desiderare l’azienda d’altri. Comunicato contro le aste.

09/11/2007
Video dell’intervento di iRS a Decimoputzu.

20/12/2001
Video del blitz al Banco di Sardegna del 2001.

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iRS | 27/11/2007

Pubblichiamo il testo del comunicato distribuito agli organi di informazione redatto da Bettina Pitzurra e Perdu Lallai, responsabili di iRS-Casteddu:

Le truffe finanziarie a danno dell’agricoltura sarda, rilevabili nei dettagli successivi, sono lo specchio del fallimento dell’intera politica agricola sarda.
L’aspetto peggiore è la collusione tra politica e mondo finanziario che si rivela fuori dalla legalità ed è studiato sulle spalle della povera gente come nel caso delle aziende dell’Isola.
Il Banco di Sardegna è oggi al 51% in mano alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna e il restante 49% è della Fondazione Banco di Sardegna, al cui interno c’è una forte rappresentanza politica.

È impossibile che il corpo politico vada ad indagare sull’agire illegale delle banche in quanto gli stessi fanno parte del loro Consiglio di Amministrazione.
È evidente che politici e banche stanno coprendo una truffa devastante.

Le nostre campagne muoiono, i paesi si spopolano e piovono sempre più prodotti estranei alla nostra cultura ed alla nostra economi: è un dramma sociale che ha messo in ginocchio 5400 aziende e famiglie.
Il blocco delle aste dichiarato dai mass-media e dallo stesso ministro De Castro, non risulta essere stato ancora attuato, date le testimonianze degli esecutati in lotta facenti parte del Comitato di Decimoputzu.

iRS indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, partecipando all’asta del 29 Novembre nel Tribunale di Cagliari, rinnoverà ancora la sua solidarietà alle famiglie oneste coinvolte in questa trappola infernale, diffida inoltre chi chiunque partecipi come acquirente alle suddette: è intollerabile il tentativo da parte di privati e enti pubblici di appropriarsi dei beni altrui messi all’incanto da questo sistema.
Ciò non fa parte della nostra cultura e del rispetto delle debolezze altrui.

I soggetti interessati lamentano di non essere stati coinvolti con i loro rappresentanti in nessuna trattativa, né sono chiari e visibili i documenti degli accordi presi, non accettano misure di sussistenza poiché ritengono quel debito inesistente e figlio di un reato penale.

Politici e banche si stanno mangiando le aziende, è perciò necessario l’immediato blocco delle aste e un’indagine accurata sugli interessi della manovra, sull’illegalità e sulla copertura delle responsabilità.
Questa è una battaglia per la dignità e la giustizia che oggi vede coinvolti gli agricoltori, ma non si dimentichi che le medesime dinamiche hanno in passato determinato la crisi di altri comparti nella Nazione Sarda.

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RASSEGNA STAMPA

L’UNIONE SARDA | 27/11/2007 | di Andrea PIRAS

Intanto sul caso degli agricoltori sardi, dei debiti e delle aste interviene anche Indipendetzia Repubrica de Sardigna. Irs, avevano preso una netta posizione di solidarietà con i contadini e i pastori esecutati annunciando la partecipazione all’asta del 29 novembre in Tribunale perché siano impediti gli svolgimenti giudiziari», annuncia anche l’acquisizione di documenti attestanti speculazioni, errori, responsabilità dirette di chi ha determinato il fallimento delle famiglie in lota con il Comitato di Decimoputzu».

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SARDEGNA OGGI | 27/11/2007

Indebitamento agricolo: Irs accanto a donne in sciopero fame

Vi saranno anche i militanti dell’Irs, gli indipendentisti sardi, accanto alla coppia di agricoltori di Musei che fra domani e dopodomani mattina in Tribunale a Cagliari si vedranno mettere all’asta tutti i loro beni. Cinque lotti valutati inizialmente 500mila euro, ma che ora, considerata la maturazione degli interessi e la svalutazione del 20% che si ottiene a ogni vendita all’incanto, forse non basteranno per coprire i 40mila euro dovuti al Banco di Sardegna.

CAGLIARI – I coniugi Francesco e Maria Luisa Maxia fanno parte delle 5.400 famiglie sarde che, avendo usufruito del mutuo agevolato concesso dalla Legge regionale 44 del 1988 (poi bocciata nel suo articolo 5 dalla Corte di giustizia europea) si sono ritrovati indebitati con alcuni istituti di credito e adesso non sono in grado di onorare l’impegno. “Una situazione vergognosa, una truffa ai danni di persone oneste”, ha spiegato Bettina Pitzurra, rappresentante dell’Irs, denunciando inoltre che il blocco delle aste recentemente annunciato agli organi di informazione dal ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, non è stato reso esecutivo. “Si tratta di un provvedimento ? ha sottolineato Pitzurra – che in ogni caso dovra’ seguire un lungo iter parlamentare, mentre nel frattempo decine di famiglie sarde finiranno letteralmente sulla strada”.

Intanto Maria Luisa Maxia, visibilmente disperata (all’asta ci sarebbe anche la sua prima abitazione, nonostante a settembre una sentenza della Cassazione abbia ribadito la non pignorabilità della prima casa, in quanto bene primario) rende noto che a partire da domani mattina attuerà lo sciopero della fame. Con lei si unirà un’altra Maria, nelle stesse condizioni, che oltretutto deve badare al marito, in sedia a rotelle a causa di un’ischemia cerebrale.

“L’Irs – ha continuato Pitzurra – lotterà pacificamente assieme a queste donne valorose almeno sino a quando non si metterà fine allo sciacallaggio in atto da parte delle banche creditrici e al menefreghismo dei politici che spesso fanno parte del Consiglio di amministrazione di quegli stessi istituti di credito”. I militanti dell’Irs hanno, inoltre, evidenziato la presenza alle aste di alcuni prestanome, dietro i quali – sostengono sempre gli indipendentisti – si celerebbero proprio le banche. “Si tratta – ha concluso Pitzurra – di operazioni vergognose, per altro assolutamente estranee alla cultura sarda, segno ulteriore del fallimento dell’intera politica agricola isolana”.

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L’UNIONE SARDA | 28/11/2007 | di Lanfranco OLIVIERI | 28/11/2007

Debiti, gli agricoltori in viale Trento
Blitz notturno in Regione. Coldiretti: «Pronti a chiudere i conti»

Si riaccende la vertenza sui debiti nell’agricoltura. La Coldiretti minaccia la chiusura dei conti correnti. L’Irs parla di truffa finanziaria. […]

LE ASTE. Forti i dubbi dell’Irs, il movimento politico guidato da Gavino Sale. Ieri, in una conferenza stampa, gli indipendentisti hanno parlato di «truffa finanziaria a danno dell’agricoltura». Bettina Pitzurra e Pietro Lallai, rappresentanti dell’Irs, hanno criticato l’accordo – preso di fronte al ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro – che sospende le aste sui terreni degli agricoltori inadempienti. «Il blocco non è ancora stato reso esecutivo», sbottano. «Si tratta di un provvedimento che in ogni caso dovrà seguire un lungo iter parlamentare, nel frattempo decine di famiglie finiranno sulla strada». Non solo. Pitzurra e Lallai denunciano che «la Ragioneria regionale continua a versare, ogni anno, i contributi al Banco di Sardegna per una legge dichiarata illegittima dall’Ue». Un’accusa che il Banco smentisce e la Regione non conferma.

LA PROTESTA. Domani, ci saranno anche i militanti dell’Irs accanto a Francesco e Maria Luisa Maxia, coppia di agricoltori di Musei, che nel Tribunale di Cagliari si vedranno mettere all’asta i loro beni. I coniugi Maxia fanno parte delle 5.400 famiglie che, avendo usufruito dei finanziamenti bocciati dall’Ue, hanno difficoltà a onorare l’impegno.

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IL GIORNALE DI SARDEGNA | 28/11/2007 | di Carla FROGHERI

Il caso. I pignoramenti non si fermano nonostante gli accordi tra Regione e istituti di credito per bloccarli
Agricoltori, la vita finisce all’asta. “In fumo il futuro dei nostri figli”.

Francesco Maxia e la moglie Maria Luisa, vogliono vedere da vicino il volto di chi domani si presenterà in Tribunale a rilevare i loro beni e la loro azienda. Cinque lotti: la loro casa in paese, a Musei, un’abitazione in campagna e tre pezzi di terreno con serre che ad acquistarli varrebbero circa 500mila euro e che invece serviranno, e neppure, a ripianare un debito che inizialmente era di 60mila euro e che ora è impossibile da stimare. Calcolare gli interessi dovuti al Banco di Sardegna «è impossibile» per loro oltre che per i militanti dell’Irs, Indipendentzia Repubrica de Sardigna, che assistono i coniugi passo passo, e che saranno con loro domani in piazza Repubblica per contestare le aste maledette.

Vicini alle migliaia di agricoltori ridotti sul lastrico dopo aver fatto affidamento su una legge regionale, la numero 44 del 1??88, che consentiva di ripianare i debiti a tasso agevolato, e che la Commissione europea a dichiarato non valida. Disperata, la signora Maria Luisa ha iniziato ieri sera in via Trento lo sciopero della fame assieme a un’altra donna, Francesca Pinna, anche lei sul lastrico ?? anche lei pronta a tutto per chiedere e avere giustizia. «Non voglio la carità, ho lavorato una vita e non voglio una pacca sulle spalle», esclama Maria allargando le braccia. «Voglio pagare ogni cosa che devo, ma nient’altro. Adesso la Banca ci prende anche i soldi della borsa di studio di mia figlia».

DOPO LA DECISIONE dell’UE, le cifre da dover restituire alle banche sono lievitate, con tassi di interesse passati dall’undici per cento anche al 2%.
E per 5.400 agricoltori questo ha significato rinunciare ai beni sudati per una vita, ceduti per spiccioli a quelli che l’Irs non esita a definire «sciacalli che si presentano alle aste…». Quelle aste, che un accordo siglato a Roma tra banche e Regione avrebbe dovuto sospendere, ma che in realtà non si sono mai fermate. Per gli indipendentisti si è trattato di «un accordo solo politico e mediatico» senza nessun riscontro. Prova ne è l’appuntamento di domani, mai revocato, anche se la data di giovedì risulta depennata dal calendario del Tribunale. […]

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LA NUOVA SARDEGNA | 28/11/2007 | di Pascquale PORCU

Sciopero della fame per non perdere la terra

[…] I coniugi Francesco e Maria Luisa Maxia fanno parte delle 5.400 famiglie sarde che, avendo usufruito del mutuo agevolato concesso dalla Legge regionale 44 del 1988 (poi bocciata nel suo articolo 5 dalla Corte di giustizia europea) si sono ritrovati indebitati con alcuni istituti di credito e adesso non sono in grado di onorare l’impegno. Cinque lotti, quelli dei Maxia, valutati inizialmente 500mila euro, ma che ora, considerata la maturazione degli interessi e la svalutazione del 20% che si ottiene a ogni vendita all’incanto, forse non basteranno per coprire i 40mila euro dovuti al Banco di Sardegna. «Una situazione vergognosa, una truffa ai danni di persone oneste», ha spiegato ieri in una conferenza stampa Bittina Pizzurra, rappresentante dell’Irs. Intanto Maria Luisa Maxia, presente alla conferanza stampa e visibilmente disperata (all’asta ci sarebbe anche la sua prima abitazione, nonostante a settembre una sentenza della Cassazione abbia ribadito la non pignorabilità della prima casa, in quanto bene primario) fa sapere che a partire da questa mattina attuerà lo sciopero della fame. […]

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L’ALTRA VOCE | 28/11/2007 | di Marco MURGIA

Un presidio in tribunale contro le aste sui debiti degli agricoltori.
IRS denuncia complicità banche-politica.

Che la partita non fosse chiusa lo avevano sottolineato il giorno stesso dell’accordo raggiunto a Roma tra la Regione e le banche creditrici, sotto la regia del ministero delle politiche agricole. I contadini indebitati a causa della legge 44/1988 – concedeva mutui regionali a tassi agevolati, salvo poi essere cassata dalla Unione europea – annunciarono di voler continuare la loro mobilitazione in attesa di vedere i documenti: mai arrivati. Intanto, denunciano, le aste vanno avanti nonostante le rassicurazioni: la prossima è fissata per domani al tribunale di Cagliari. In piazza Repubblica si presenteranno in forze gli attivisti dell’Irs: per rinnovare la «solidarietà alle famiglie oneste coinvolte in questa trappola infernale» e per ribadire la diffida verso chi intenda «appropriarsi di beni altrui messi all’incanto da questo sistema: sciacalli che fanno da prestanome agli istituti di credito».

Ma i militanti del movimento indipendentista non attendono sulla difensiva. Anzi: rilanciano in grande stile, con tanto di documenti «che saranno utilizzati e divulgati a tempo debito». Le anticipazioni, però, sembrano gustose. A iniziare dalla giornata di domani in tribunale: nel calendario delle vendite all’incanto mancano proprio gli appuntamenti del 29 novembre. Potrebbe essere un buon segnale, significherebbe che l’asta non si dovrebbe tenere: se non fosse che nessuno ha avvisato Francesco e Maria Luisa Maxia, i titolari dell’azienda di Musei che dovrebbe essere venduta, dell’eventuale blocco del procedimento. E le offerte d’acquisto, secondo regolamento, possono andare avanti sino al pomeriggio di oggi.

«Da quando De Castro ha annunciato il blocco delle vendite giudiziarie», ricorda Elisabetta Pitzurra, «sono già tre le aziende cedute»: è il motivo per cui la mobilitazione non accenna a diminuire. Al contrario, riprende nelle forme più dure: con lo sciopero della fame da parte di due donne che continuano l’occupazione del municipio di Decimoptuzu. Senza escludere l’ipotesi di trasferire la protesta con un camper sotto il palazzo della Regione, in viale Trento.

Storie come quella della famiglia Maxia ne esistono almeno un migliaio. La racconta la signora Maria Luisa: tutto parte da un favore fatto a un amico, «un compare» deceduto poi per un incidente sul lavoro, con la sottoscrizione di 10 milioni di lire su un avallo di 50. «Aveva 100 milioni di lire depositati all’Ispettorato agricolo: ma anziché utilizzare quei soldi per appianare l’avvallo, il Banco di Sardegna ne ha dato 60 a un commercialista, a copertura di alcune parcelle, e 40 alla vedova».

Risultato numero uno: i 40 milioni scoperti restano sulle spalle della famiglia Maxia, che nel frattempo aveva acquistato un trattore con un finanziamento del 40 per cento a fondo perduto della Regione. Mai arrivato, mentre gli interessi continuavano a salire. Risultato numero due: ai 40 milioni di lire si aggiungono circa 40mila euro – «ma la cifra esatta non la conosciamo» – che fanno lievitare l’indebitamento a quasi centomila euro.

Alla fine dei conti, continuano i Maxia, «anche con la vendita delle nostre terre non potremo coprire il debito»: perché «anche se i nostri beni divisi in cinque lotti – una casa in paese, una in campagna con le serre e altri tre terreni – sono stati valutati 500mila euro, dall’asta non raggiungeremo neanche la cifra che dovremmo versare». Roba che «se avessi avuto i soldi, avrei denunciato il Banco di Sardegna che è arrivato a trattenere anche le borse di studio di mia figlia», è la conclusione. «Ma un agricoltore questo non lo può fare: chiediamo solo di restituire quanto dobbiamo ma di poter continuare a lavorare».

Il punto è un altro. «L’aspetto peggiore», dicono i militanti del movimento guidato da Gavino Sale, «è la collusione tra politica e mondo finanziario, che si rivela fuori dalla legalità ed è studiato sulle spalle della povera gente». Parole durissime ma supportate dal ragionamento: «Il Banco di Sardegna è oggi al 51 per cento in mano alla Bper e il restante 49 per cento è della Fondazione Banco di Sardegna», composto di una «forte rappresentanza politica». Quindi, spiegano, «è impossibile che il corpo politico vada a indagare sull’agire illegale delle banche in quanto gli stessi fanno parte del loro consiglio di amministrazione».

Le richieste vanno in questa direzione: blocco delle aste immediato e documentato, scritto su carta, e «un’indagine accurata sugli interessi della manovra, sull’illegalità e sulle coperture delle responsabilità». L’indagine, continuano, dovrebbe partire proprio dalla legge 44: secondo la documentazione raccolta dall’Irs, che fa riferimento a una sentenza della Corte di giustizia europea del 23 febbraio 2006, Bruxelles non avrebbe mai cassato tutta la norma ma solo l’articolo 5 sui «mutui di assestamento a favore dei produttori agricoli».

Quindi la 44 è valida a eccezione di quell’articolo: «Tanto è vero», dice Pietro Lallai, «che i lavoratori di altre categorie che hanno usufruito dei finanziamenti previsti dalla norma regionale non risultano indebitati». Significa «che la storia tanto propagandata della bocciatura della Comunità europea per la mancata notifica è stata solo divulgata per nascondere la capitalizzazione inconsulta degli interessi di mora».

Ancora: secondo una comunicazione protocollata della Regione, firmata il 25 settembre 2006 e a disposizione dei militanti, «la Ragioneria effettua alle scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre di ciascun anno il pagamento dei ratei semestrali dovuti, e alla data attuale non ha interrotto i pagamenti». Il fatto da chiarire, allora, è preciso: «Perché la banca continua a esigere dagli agricoltori anche la quota di compartecipazione regionale?».

Non andranno a Roma, i militanti Irs, «ma continueremo a sostenere la battaglia qui in Sardegna», senza abbassare la guardia «su questo scempio che deve essere fermato». Nella capitale, sabato, arriveranno invece gli agricoltori che fanno capo al comitato di Decimoputzu: «Nessun accordo sarà possibile», fanno sapere, «se prima non avverrà un confronto serio e approfondito sui termini delle soluzioni possibili che coinvolga anche gli agricoltori.

Mentre Parlamento, Senato e Consiglio regionale della Sardegna, in un percorso concordato con il Comitato di lotta stanno procedendo ad importanti passi come il blocco delle aste fino al 31 luglio, il ministro e il presidente della Regione continuano ad annunciare improbabili soluzioni che hanno il sapore di voler non vedere quale è il problema posto dalla nostra lotta: la soluzione starebbe in un accordo con le banche, sinora non verificato con gli agricoltori». Avranno l’appoggio incondizionato dell’Anci: l’associazione dei Comuni presieduta da Tore Cherchi ha assicurato la partecipazione di una propria delegazione alla manifestazione nazionale del primo dicembre.

Seguono la strada tracciata da Beppe Grillo, intanto, gli iscritti alla Coldiretti, che si dichiarano pronti a chiudere i conti correnti bancari «se gli istituti di credito non manifesteranno un atteggiamento consono alla gravità del momento per le aziende agricole fiaccate dai debiti». «Va ricordato che le aziende, a suo tempo, accesero i mutui con le banche confidando su una legge regionale, salvo poi dover restituire gli aiuti e pagare gli interessi a tasso pieno dopo che la Commissione europea dichiarò illegale la 44». Una legge per la quale la Regione è stata denunciata dalla Coldiretti, in rappresentanza di tremila imprese: la prima udienza è fissata per l’8 gennaio.

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