La nazione sarda non è in vendita. No all’elemosina italiana ai Comuni gravati da servitù militari

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30 settembre 2007

iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna esprime totale sdegno nei confronti del provvedimento della Giunta Regionale in merito alla ripartizione dei fondi dello Stato Italiano per l’onere delle servitù militari sull’Isola.

Nonostante infatti a parole il centrosinistra unionista affermi di essere impegnato a promuovere la dismissione delle basi militari, la Giunta ha già ripartito poco più di 13 milioni di euro versati per le annualità 2000/04 presso alcuni dei comuni maggiormente interessati al problema.

Questo è uno di quei momenti in cui ci si deve chiedere che valore, prima di che prezzo, hanno le nostre vite. Migliaia di ettari vengono polverizzati, bombardati e resi inutilizzabili per generazioni dalle forze armate di mezzo mondo.

Le servitù militari sono un onere gravoso ed è legittimo che si paghi il dovuto. Riteniamo però che questo non debba essere un mero calcolo fiscale elaborato unicamente da chi è debitore, specie non tenendo conto dell’opera di bonifica. Deve essere frutto di accordi con le parti in causa e garantito dalla comunità internazionale.

Questo può avvenire solo con un popolo cosciente e consapevole che l’unica via è la lotta per il diritto all’autodeterminazione e per la creazione della Repubblica di Sardegna. Sarà solo ad essa, e non ad una qualsiasi subordinata regione, che l’Italia dovrà onorare questo debito.

Migliaia di ettari vanno ripristinati e ripuliti dalle scorie e dalle bombe che gli eserciti si sono divertiti a testare e sparare sulla nostra terra.

Pertanto noi indipendentisti di iRS crediamo che questi soldi vadano resi al mittente e auspichiamo che abbia inizio la reale dismissione delle basi su tutto il territorio nazionale sardo.

Gabriele Littera e Andrea Meloni
Assemblea Nazionale di iRS

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Isgàrrica s’artìculu: 2007-09-30 – La nazione sarda non è in vendita

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