iRS sulla notizia del Tg1 sui tassi di natalità sardi

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di Redazione iRS.sr

Secondo Franciscu Sedda, uno dei portavoce nazionali di iRS, il dato riportato oggi dal TG1 secondo cui la Sardegna avrebbe il tasso di natalità più basso all’interno dello Stato italiano “è un segno che non deve passare inosservato, e merita un’azione politica forte per cambiare rotta”.

Secondo Sedda “nel momento in cui ricolleghiamo questo dato con quelli tristemente noti della continua emigrazione di parti importanti – quantitativamente e qualitativamente – del nostro popolo e con i tassi di mortalità legati a tumori e leucemie non possiamo evitare di pensare ad una terra e una società che sta perdendo il futuro”.

Secondo Sedda “se anche non si volesse parlare di un lento e silenzioso “genocidio”, non si può far finta di non vedere che la Sardegna sta subendo la più dura e radicale spoliazione del suo bene primario, vale a dire quella risorsa umana che garantisce intelligenza, creatività, saper fare, e dunque sostanzialmente, vita futura. Il fatto che dopo centinaia di anni, per la prima volta, la popolazione sarda stia diminuendo – come fanno notare i dati degli scorsi censimenti – è la conferma di questo trend che le politiche dello Stato e le politiche autonomiste non sanno e non vogliono invertire”.

Inoltre, secondo Sedda, “fa male sentire che al più basso tasso di natalità corrisponde in Sardegna il più alto desiderio di maternità. È evidente che ancora una volta l’incapacità della classe politica unionista di dare risposte ai cittadini sardi, in particolare alle donne, a quella parte che per prima paga il prezzo di un mercato del lavoro stagnante, precario e ancora maschilista, rischia di generare sentimenti di frustrazione, risentimento, e soprattutto, di rassegnazione, vale a dire quel sentimento di apatia che allontana le persone dall’impegno sociale e garantisce al potere attuale dei cittadini mansueti o troppo impegnati a sopravvivere per potersi dedicare alla trasformazione e al bene della collettività”.

“Secondo iRS – conclude Sedda – vanno poste in essere misure di sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici più giovani, perché possano uscire dalla disoccupazione o dalla precarietà e costruirsi un futuro dignitoso, vanno aiutate le iniziative di chi vuole fare impresa o ricerca in Sardegna, valutando seriamente il merito dei progetti e garantendo delle condizioni di accesso al credito differenti da quelle attuali, vanno riportate in Sardegna le intelligenze e le competenze che sono dovute fuggire, per farle restare.

E il primo passo per far tutto ciò è mandare a casa una classe politica che, con poche eccezioni, ha fatto dell’assistenzialismo, del clientelarismo, delle promesse che mai si realizzano il suo tratto distintivo. Ovviamente sta per prime alle cittadine e ai cittadini sardi, rifiutare queste logiche mortali e dar inizio ad una nuova stagione di crescita e benessere”.

28/01/2007

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Isgàrrica s’artìculu: 2007-01-28 – iRS sulla notizia del Tg1 sui tassi di natalità sardi

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