Considerazioni sulla cessione dei siti minerari dismessi

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03 dicembre 2006

L’evolversi della vertenza riguardante i siti minerari dismessi del Sulcis Iglesiente, verso una possibile vendita o cessione, non ancora chiarita pienamente nelle modalità di esecuzione, ha reso necessario e doveroso un nostro intervento sulla questione per far fronte ai numerosi dubbi, perplessità e preoccupazioni che stanno emergendo nella popolazione locale del nostro territorio.

Ci teniamo subito a precisare che la nostra posizione non è assolutamente contraria a priori, visto e considerato lo scarso utilizzo e recupero che i governi locali, con rare e non incisive eccezioni, hanno saputo mettere in atto, fino ad oggi, di questa enorme ricchezza presente nel nostro territorio, spinti soltanto da una vecchia politica di assistenzialismo e favoritismi personali che, purtroppo, è diffusamente radicata nel nostro territorio.

Ciò che ci preme di più è avere piena trasparenza sulle modalità con le quali questa operazione verrà effettuata.
Bisogna infatti ricordare che questi siti hanno per noi non soltanto un valore storico e affettivo, come degni simboli di una tradizione, quella mineraria, che ha reso, nel bene e nel male, grande e viva la popolazione di tutto il Sulcis, grazie al sudore e ai sacrifici di tanti Sardi che per questa causa hanno speso la loro vita e le loro forze, ma rappresentano anche il simbolo di storiche lotte del nostro popolo per far valere i propri diritti, la propria dignità e per rivendicare il rispetto dovuto e meritato.

E non ultimo, ancora oggi questi siti possono rappresentare per noi una grande scommessa di sviluppo e di progresso, basata su una riconversione ragionata e concertata con le realtà locali, vere detentrici del diritto di decisione ultima e meritevoli di maggiore considerazione.
È giusto quindi che si trovino società e finanziatori, anche stranieri, di questo nuovo sviluppo? Forse sì, perché una pura logica di isolazionismo non ha mai portato risultati gratificanti e, soprattutto, non fa parte di certo della nostra filosofia politica, economica e sociale.

Ma è anche vero che bisogna stabilire dei chiari e inequivocabili vincoli, in modo tale che il nostro popolo possa davvero essere il vero protagonista di questo rinnovamento e il vero fruitore di questa nuova rinascita del territorio e del patrimonio che ad esso appartiene, perché già troppe volte il “miraggio” della ricchezza portata dall’investitore d’oltremare ha avuto come risultato soltanto tante aspettative tradite e spreco di risorse economiche e di finanziamenti. E di ciò siamo stati troppe volte inermi testimoni. Non crediamo allora che possa essere così difficile pensare, ad esempio, a contratti di affitto e non di vendita di queste aree, o alla possibilità di far stabilire la sede legale di queste aziende, che vogliono investire sul nostro territorio, in Sardegna, in modo tale che il fatturato, tassato secondo il regime tributario sardo, faccia “girare” la nostra economia e non quella di altri stati stranieri, o, ancora, a vincoli sulle assunzioni per privilegiare la nostra forza lavoro e le nostre intelligenze.

Non vogliamo né osiamo immaginare e, soprattutto, non permetteremo mai che il nostro territorio diventi una seconda “Costa Smeralda”, fulcro di una pura logica di guadagno e arricchimento di pochi privilegiati e che vede sempre i Sardi tagliati fuori e costretti ad accontentarsi delle briciole.

E Noi, veri rappresentanti del Popolo Sardo, in quanto non siamo imprigionati nei soliti giochi e logiche di “palazzo”, della vecchia classe politica, ma che ci interessiamo e viviamo davvero in mezzo al nostro popolo e con loro condividiamo problemi, perplessità ma anche proposte e idee innovative, in un percorso, ormai avviato e sempre più dirompente,di presa di coscienza nazionale, aspettiamo, non passivamente, ulteriori delucidazioni e maggiore coinvolgimento, pronti e sempre attenti a rispondere, sempre e comunque nella forma non violenta che ci contraddistingue, a eventuali lesioni degli interessi, sensibilità e coscienza del nostro popolo e di tutta la nostra nazione.

iRS – Surcis/Acresienti
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Isgàrrica s’artìculu: 2006-12-03 – Considerazioni sulla cessione dei siti minerari dismessi
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