La prigione d’acqua di Vincenzo Onorato

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I ricavi annuali di Tirrenia sono di 300 milioni di euro grazie ad una dotazione di 16 navi, un numero di passeggeri trasportati pari a 12 mila e, cosa di non di poco conto, un contributo statale di 72 milioni di euro annuali fino al 2020 per sostenere la continuità territoriale marittima da e per la Sardegna. Il fatturato di Moby Lines si aggira intorno ai 300 milioni di euro grazie ad una flotta di 40 navi che danno lavoro a 1100 dipendenti. Entrambe le compagnie sono due colossi del mare.

Nel caso andasse a buon fine la scalata a Cin-Tirrenia da parte del presidente della Moby Lines Vincenzo Onorato, il mercato dei mari sardo cadrebbe per il 90% nelle mani di un’unica società sotto il controllo di Onorato stesso. Questo contesto segnerebbe l’addio alla libera concorrenza, ai diritti dei consumatori a tariffe sostenibili, al marketing territoriale, allo yield management, alla pianificazione turistica e alle politiche commerciali sull’import/export delle merci. Si profila conseguentemente all’orizzonte un ulteriore e conclusivo scippo alla Sardegna della sua già quasi inesistente sovranità sui trasporti.

Per cui bene hanno fatto la Giunta e l’Assessore ai Trasporti Deiana a presentare un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato avverso la scalata dell’armatore Vincenzo Onorato a Cin-Tirrenia, poichè non è accettabile che la quasi totalità delle quote di mercato risiedano nelle mani di una sola società, certificando di fatto un regime di monopolio finanziato oltretutto con 72 milioni di euro di contributi pubblici.

La vicenda di GoInSardinia è stata sintomatica della situazione che in queste ore si sta concretizzando nella direzione opposta, ovvero l’esigenza di dare ai sardi, e non solo, il diritto alla mobilità a prezzi ragionevoli, evitando nello stesso tempo il configurarsi di monopoli.

Questo può avvenire in due modi: liberalizzando il mercato con la supervisione della Regione che fissa gli standard minimi di erogazione del servizio, oppure con un intervento diretto, sempre della Regione, nella realizzazione di una flotta sarda che operi in regime di concorrenza dentro un mercato integralmente liberalizzato.

iRS sostiene l’azione della Giunta nel voler bloccare la scalata dell’armatore Onorato. Se si vuole ripartire con una politica dei trasporti seria la prima cosa da eludere è che si formi un monopolio di fatto. iRS ha da sempre sostenuto la creazione di una flotta sarda capace di garantire il diritto dei sardi alla mobilità e che rappresentasse, in secondo luogo, un dispositivo di programmazione economico e turistico. Queste ultime vicende dovrebbero far riflettere sulla precisa strategia di intervento da operare per far uscire i sardi dalla prigionia dei trasporti dalla quale è tempo di liberarsi.

iRS – indipendentzia Repubrica de Sardigna

 

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