Sgombero coatto a Castiadas. Lo Stato Italiano è forte solo con i deboli

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La giovane madre che a Castiadas abitava nella casa colonica ex Ersat, ora non ha più un posto per vivere. Le forze dell’ordine sono intervenute mercoledì 19 Giugno, alle cinque del mattino per sfrattare la ragazza madre e la bambina dalla casa colonica occupata a Castiadas. L’intervento è avvenuto con due giorni d’anticipo rispetto alla data prestabilita dall’ufficiale giudiziario Marcello Ventura. Un’operazione in “grande stile”, con quattro volanti, un cellulare e con i carabinieri a bloccare l’ingresso. Era presente anche il sig. Francesco Colizzi, figlio dell’assegnatario ultraottantenne ex dipendente Ersat (oggi Laore), l’agenzia proprietaria del bene in contenzioso.

Al momento dell’irruzione da parte delle forze dell’ordine, la ragazza era intenta ad innaffiare l’orto. A quel punto, spaventata dall’arrivo di una macchina dalla quale scendevano alcuni uomini in borghese, si è rifugiata da una vicina. Poi, avvisata dell’arrivo dei militari in forze, si è presentata, accompagnata dalle amiche per chiedere che cosa stesse succedendo.

Non era presente in quel momento l’ufficiale giudiziario che era andato già via, pertanto il passaggio dell’atto possessorio dell’abitazione è stato notificato in assenza della ragazza. Intanto i carabinieri attraverso l’ufficiale presente, il capitano Lo Jacono, ordinavano l’immediato sgombero, iniziato attraverso lo sfondamento della porta dell’abitazione.

La giovane madre ha dovuto abbandonare la casa senza avere la possibilità di portar via con sé le proprie cose personali. Infatti, da parte delle forze dell’ordine è stato impedito che alcune amiche potessero entrare nella casa per dare una mano d’aiuto al trasporto dei bagagli.

Intanto, sono giunte sul posto tante persone, conoscenti della persona coinvolta ma anche comuni cittadini che hanno chiesto spiegazioni su quanto era appena accaduto. Davanti a queste richieste legittime si deve purtroppo registrare l’ennesima reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine, con un eccesso di violenza verbale inaudito.

Come avvenne non molto tempo fa nel Sulcis a Terra Segada, anche qui, con incredibile arroganza lo Stato Italiano esercita la propria forza militare sui poveri cittadini privi di alcun mezzo per potersi difendere. Una ragazza sola con una bambina piccola non può nulla contro un apparato repressivo che si fa forte solo con i deboli, calpestando uno dei diritti fondamentali per la dignità dell’uomo: il diritto alla casa.

L’ingiustizia è ancora più grande se si pensa che l’assegnatario, è un ex burocrate dell’ersat (oggi Laore) che  vive in una casa per anziani che risulta essere prima casa e non possiede nessun documento di proprietà dell’immobile in contenzioso.

Le case coloniche al tempo della riforma agraria dovevano essere assegnate solo allo scopo di garantire un alloggio per chi lavorava la terra o per usi sociali. Inoltre deve essere rimarcato che si tratta di beni comuni e in quanto tali non alienabili per privati.

Ma davanti ad una giovane madre e una bambina, gli ordini sono ordini, senza nessuna morale.

iRS non può che stigmatizzare questa caduta dell’etica collettiva e richiamare tutti al senso di rispetto e della solidarietà fra sardi e fra esseri umani.

iRS- indipendentzia Repubrica de Sardigna

 

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