Disastro ambientale di Porto Torres. iRS si costituirà parte civile contro le società inquinanti

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25 marzo 2009

Il consigliere provinciale di iRS- indipendentzia Repubrica de Sardigna in data 24 mar. 09 ha appreso per mezzo stampa la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro manager coinvolti nell’indagine sul disastro ambientale di Porto Torres, e annuncia che si costituirà parte civile contro le società inquinanti e chiede un incontro urgente tra la Commissione ambiente della provincia di Sassari e il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo per recuperare quel miliardo e duecento milioni già destinato alle opere di bonifica e decurtati dal governo italiano.

Album fotografico dell’azione di iRS nel 2003
Video dell’azione di iRS

Il 16 marzo era stata presentata un’interpellanza al Consiglio provinciale in merito alla revoca dei finanziamenti per la bonifica dei siti industriali di Porto Torres da parte del CIPE. Il rinvio a giudizio e la revoca dei finanziamenti CIPE sottolineano come la scoperta della “collina dei veleni” di Minciaredda da parte di iRS ha dato il via all’interessamento della magistratura su tale questione. Oggi siamo solo all’inizio di una vicenda che ha creato un disastro ambientale in un’aerea di grande interesse naturalistico, mettendo nello stesso tempo in pericolo la salute delle persone.

Il sito industriale di Porto Torres deve essere risanato come è avvenuto a Bagnoli o messo in sicurezza come è avvenuto a Marghera con i soldi delle società inquinanti, grazie all’intervento diretto delle istituzioni locali come la provincia, i sindacati e Confindustria. Per la messa in sicurezza di Marghera sono stati investiti 1880 milioni di euro che sarebbero sufficienti per il monte-stipendi di Porto Torres per quaranta anni, oltre che necessari per rilanciare l’economia del territorio. La bonifica è necessaria per rilanciare l’economia di un territorio che sta vivendo la più grave crisi economica degli ultimi trenta anni.

Il 21 maggio 2008 il Parlamento europeo di Strasburgo, da cui la Sardegna come tutti sanno è esclusa, ha approvato una risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva per la tutela penale dell’ambiente in cui, premesso che «i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti a garantire la piena osservanza della norma comunitaria», chiedeva «sanzioni maggiormente dissuasive per le attività che danneggiano l’ambiente, e quali tipicamente provocano o possono provocare un deterioramento significativo della qualità dell’aria, compresa la stratosfera, del suolo, dell’acqua, della fauna e della flora, compresa la conservazione della specie», quando ciò avvenga «intenzionalmente o per grave negligenza».

La proposta è diventate la direttiva 2008/99CE del 19 novembre 2008 e dovrà essere recepita negli ordinamenti giuridici degli Stati membri entro il 26 dicembre 2010. Anche dall’Europa arrivano segnali importanti in materia di delitti ambientali e la vicenda che coinvolge l’aerea industriale di Porto Torres diventerà materia di dibattimento ai sensi del diritto comunitario che in materia ambientale è più pressante di quello italiano.

iRS-Tàtari
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Isgàrrica s’artìculu: 2009-03-25 – Disastro ambientale di Porto Torres. iRS parte civile
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MULTIMEDIA

Album fotografico dell’azione di iRS nel 2003
Video dell’azione di iRS

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RASSEGNA STAMPA

LA NUOVA SARDEGNA | 25/03/2009 | di Daniela SCANO

iRS: ORA I SOLDI PER LE BONIFICHE
Invito al ministro Prestigiacomo. Indipendentisti parte civile

DISASTRO AMBIENTALE Per ora i vertici aziendali accusati non commentano

SASSARI. Nell’estate del 2003 erano andati con le ruspe a Minciaredda all’assalto della «collina dei veleni», cimitero di scorie industriali interrate tra il Petrolchimico e Fiume Santo.

Ora gli indipendentisti annunciano che si costituiranno parte civile nell’eventuale processo per il disastro ambientale provocato dagli scarichi industriali nel mare di Porto Torres. Il giorno dopo la notizia della richiesta di quattro rinvii a giudizio – formalizzata dal pm Michele Incani nei confronti di quattro manager – Gavino Sale, consigliere provinciale e leader dell’iRS-indipendentzia Repubrica de Sardigna, annuncia che il suo movimento si schiererà accanto all’accusa. Le richieste di rinvio a giudizio riguardano Gianfranco Righi, legale rappresentante della Syndial; Guido Safran, manager della Sasol Italia; Diego Carmello e Francesco Maria Apeddu, rispettivamente legale rappresentante e direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia. Si tratta dei vertici delle aziende che, secondo il pubblico ministero, hanno riversato per anni in mare composti chimici e metalli pericolosi quali cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene e altre sostanze cancerogene.

Ieri Gavino Sale si è affrettato a chiedere un incontro urgente tra la commissione Ambiente della Provincia e il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo «per recuperare – spiega in una nota – quel miliardo e duecento milioni di euro già destinati alle opere di bonifica e decurtati dal Governo». La revoca dei finanziamenti per la bonifica del sito industriale di Porto Torres da parte del Cipe era stata oggetto, pochi giorni fa, di una interpellanza presentata da Sale in Consiglio provinciale. La svolta nella inchiesta giudiziaria «e la revoca dei finanziamenti – scrive il leader indipendentista – sottolineano come la scoperta della “collina dei veleni” da parte di iRS ha dato il via all’interessamento della magistratura su tale questione. Siamo solo all’inizio di una vicenda che ha creato un disastro ambientale in un’aerea di grande interesse naturalistico, mettendo nello stesso tempo in pericolo la salute delle persone».

Secondo Sale «il sito industriale di Porto Torres deve essere risanato come è avvenuto a Bagnoli, o messo in sicurezza come è avvenuto a Marghera con i soldi delle società inquinanti grazie all’intervento diretto delle istituzioni locali come la provincia, i sindacati e Confindustria». I 1.880 milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza di Porto Marghera sarebbero, secondo iRS, «sufficienti per il monte-stipendi di Porto Torres per quaranta anni, oltre che necessari per rilanciare l’economia del territorio». La bonifica è necessaria per rilanciare l’economia di un territorio che sta vivendo la più grave crisi economica degli ultimi trenta anni.

Gavino Sale ricorda che entro il 2010 lo Stato italiano dovrà recepire la direttiva comunitaria che inasprisce le sanzioni per i reati ambientali.
Intanto non ci sono commenti degli imputati dopo la formale contestazione di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all’alimentazione. Un reato, quest’ultimo, di competenza della corte d’assise e punito con la reclusione non inferiore a quindici anni. Secondo la Procura, che dal 2006 indaga sull’inquinamento e che inizialmente aveva ipotizzato reati colposi, c’è stato dolo nello sversamento in mare di sostanze cancerogene ritrovate nel fondale, nei pesci e nella flora nello specchio d’acqua antistante la Marinella.

Isgàrrica su file “La Nuova Sardegna su iRS e Porto Torres.jpg”

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